Riflessioni ed articoli

La personalità dipendente, dal tratto al disturbo

La differenza tra psicologo e psicoterapeuta

Scritto tratto dalla pagina Laleggepertutti.

Lo psicologo lavora con il disagio psicologico e quindi con la persona che ha una personalità strutturata e le capacità per poter autonomamente fronteggiare le sue difficoltà; lo può aiutare a mettere in luce tutto ciò che ha già dentro di sé, per ampliare i suoi orizzonti, per favorire una rilettura della realtà attraverso la ricerca, la mobilitazione ed il potenziamento di risorse utili di cui non ha consapevolezza. Ne consegue che chiunque può trarre beneficio da un supporto psicologico perché chiunque attraversa periodi di crisi, decisioni difficili da prendere, momenti di forte conflittualità interna. Insomma, tutti noi nell’arco della vita sperimentiamo il disagio psicologico.

Ci saranno ovviamente livelli diversi di gravità così come di supporto di cui ognuno nella vita gode e questo, associato ad altri fattori come la nostra esperienza di vita ed educazione familiare, farà la differenza nella decisione di chiedere o no un aiuto esterno. Lo psicologo non ha una funzione terapeutica, non cura cioè una malattia perché non si rapporta con la patologia.

È un esperto della salute e fa interventi mirati alla prevenzione, diagnosi, riabilitazione e sostegno. Si occupa del benessere psicofisico e crescita personale, interviene per risolvere situazioni conflittuali e per migliorare le relazioni.

Lo psicoterapeuta, invece, è necessariamente anche uno psicologo ma lavora anche con il disturbo. Avrà per questo una funzione terapeutica e disporrà di strumenti specifici per trattare la patologia. Ogni psicoterapeuta seguirà un approccio differente in riferimento alla scuola che ha frequentato ed ogni scuola, per raggiungere la salute ed il benessere del paziente, può prendere strade diverse: alcune obbligano gli allievi, quindi i futuri terapeuti, a intraprendere loro stessi un percorso terapeutico, solo individuale, o anche gruppale, oppure a svolgere più o meno ore di supervisione professionale, partendo sempre dai punti di riferimento richiesti dal MIUR.

È importante dunque documentarsi innanzitutto su chi si occuperà della tua salute e non avere timore di fare domande sul percorso che andrai ad iniziare. È normale che tu non abbia le competenze per fare un’autodiagnosi ma è fondamentale non andare alla cieca dal primo specialista che ti consigliano perché “bravo”: la problematica della tua amica potrebbe non avere nulla a che vedere con la tua situazione, oppure un particolare tipo di approccio che va bene per lei potrebbe non aiutare te. Informarsi non è sfiducia bensì un atto di cura verso di te ed il primo passo per poter scegliere con consapevolezza.

 

Riflessione personale sulla quarantena per Covid 19

Sento tante persone intorno a me, e ognuna sta prendendo questa quarantena in modo diverso, anche se con dei fattori di certo comuni.
C’è chi ne sta approfittando per fare lavori che non aveva mai tempo di fare, di vedere film, leggere, rispolverare vecchi hobbies, sentire più spesso amici e parenti, fare maschere facciali o fare molta attività fisica.
Ma c’è anche chi ne sta approfittando per riposarsi: dormire fino a tardi e passare dal letto al divano, affacciandosi in cucina.
Ognuno é diverso. Ognuno ha esigenze diverse e ognuno ha energie diverse.
Una cosa é però importante: questa fase che stiamo attraversando non è di una settimana. Dura già da diverso tempo e purtroppo non sappiamo quanto altro ancora dovremmo gestirla; inoltre sicuramente non ci sarà un giorno di ripresa netta, ma il ritorno alla normalità sarà graduale. Quindi é importante darsi delle regole, degli obiettivi e soprattutto, concetto fondamentale, delle MOTIVAZIONI.
Proprio questa incertezza temporale, il fatto di non sapere quando torneremo a condurre una vita normale,rende ancora più importante lo scandire del tempo con uno scopo. Tante persone infatti soffrono questa fase di incertezza, vivendola con agitazione, e tante altre ci sprofondano, alimentando i malumori già preesistenti.
Il rischio é proprio per quelle personalità più “pigre”, magari giù di tono e di energie, che normalmente, per carattere e molti altri fattori, sono più propense a scarseggiare in motivazione e slancio vitale. Certo non sto dicendo che bisogna sforzarsi sino a diventare cio che non si è.
E infatti é proprio qui il punto della mia riflessione.
Comprendere e gestire quel limite tra rispettarsi e motivarsi, tra accogliere i bisogni e smascherare le scuse, tra prendersi una pausa e cadere nell’auto sabotaggio. Insomma sviluppare e permettere alla nostra personalità di crescere proprio nella Zona di Sviluppo Prossimale, che contiene tutto ciò che ancora non siamo, ma che potremmo essere. Ed è diversamente ampia in ognuno di noi.
Ecco, questo è l’invito e l’augurio che sento di dare a chi mi sta accanto e a chi ha avuto voglia di arrivare sin qui nel mio scritto: di entrare ogni giorno di più a scoprire che c’è nella vostra di zona di sviluppo prossimale.
#iorestonellamiaZSP

Roberta Del Monte

 

Riflessione personale sulle sfaccettature dei vari freni personali

C’è chi tenta il suicidio, chi ha un armadietto di psicofarmaci, chi vede o sente cose che non esistono, chi ha attacchi di ansia, chi conta tutte le mattonelle che incontra per strada e chi perseguita l’ex-compagno; non solo queste persone soffrono ed hanno bisogno di un sostegno o un supporto psicologico. C’è anche chi non ha stima di sè, chi si boicotta nella riuscita di qualcosa ancora prima di provare, chi non sa dire di No, chi invece fa fatica a dire un Si, chi non si muove se non con il consenso della mamma, chi cerca di strappare ogni giorno con imprese eroiche un Bravo dal papà, chi mette da parte i propri bisogni per non deludere la famiglia, chi non riesce a trarre soddisfazione dagli impegni presi a causa di una mancata organizzazione, chi vive sempre con il fiato sul collo, chi piange per rabbia e chi si arrabbia per tristezza, chi riesce a stare in coppia solo a distanza, chi non riesce a stare lontano dal partner e chi non riesce a trovarne uno perchè non si sà proporre.
Mille altre ne potrei elencare di persone con altri freni messi alla piena vita, che non significa assenza di problemi, che hanno bisogno di un sostegno, di affiancasi per un po’ a qualcuno che…rimetta a lucido l’argento vivo della loro personalità.

Roberta Del Monte

 

La metafora delle due montagne

Sai che molte persone arrivano in terapia credendo che il terapeuta sia una sorta di essere illuminato, che ha risolto tutti i suoi problemi, e ha messo tutto a posto, ma in realtà non è così. È più come se tu stessi scalando la tua montagna là in fondo e io stessi scalando la mia montagna quaggiù. E da dove sono io, sulla mia montagna, posso vedere cose sulla tua montagna che tu non puoi vedere, come una valanga che sta per cadere, o un sentiero alternativo che puoi imboccare o che non stai utilizzando la tua piccozza in modo efficace. Ma ti prego di non credere che io abbia raggiunto la cima della mia montagna e mi sia seduto e rilassato, a prendermela con calma. Il fatto è che io sto ancora scalando, sto ancora facendo errori e sto ancora imparando da questi. E alla fine, siamo tutti uguali. Siamo tutti scalando la nostra montagna fino al giorno in cui moriremo. Ma il bello è che tu puoi migliorare sempre più nello scalare e imparare sempre più ad apprezzare il viaggio. E questo è il lavoro che faremo qui, si lavora insieme siamo una squadra!

Russ Harris

 

Il “Credo” per le mie relazioni

Tu e io abbiamo un rapporto a cui tengo e che desidero conservare. Ma ognuno di noi è una persona a se stante, che ha i propri bisogni particolari e il diritto a soddisfarli.

Quando ti troverai in difficoltà, presterò ascolto con sincera accettazione per aiutarti a trovare le tue soluzioni, invece di farti dipendere dalle mie. Inoltre, rispetterò il tuo diritto ad avere le tue convinzioni e a perseguire i tuoi valori, per quanto possano essere diversi dai miei.

Tuttavia, se il tuo comportamento interferirà col soddisfacimento dei miei bisogni, ti dirò apertamente e onestamente in cosa mi condiziona, confidando che il rispetto per i miei bisogni e sentimenti ti spinga a cambiare quel comportamento, che per me è inaccettabile. Inoltre, se un mio comportamento sarà inaccettabile per te, spero che me lo dirai apertamente e onestamente, in modo che possa provare a cambiarlo.

Nel momento in cui dovessimo accorgerci che nessuno dei due può cambiare per venire incontro ai bisogni dell’altro, prenderemo atto che fra noi c’è un conflitto e ci impegneremo entrambi a risolverlo senza ricorrere al potere o all’autorità per vincere a spese dell’altro. Io rispetto i tuoi bisogni, ma voglio anche rispettare i miei. Perciò, sforziamoci sempre di cercare una soluzione accettabile per entrambi. I tuoi bisogni saranno soddisfatti e così i miei: nessuno perderà, entrambi vinceremo.

Comportandoci in questo modo, tu crescerai come persona soddisfacendo i tuoi bisogni; lo stesso sarà per me. Quindi, la nostra potrà essere una relazione sana in cui entrambi ci sforzeremo di diventare ciò che possiamo essere. Continueremo a rapportarci l’uno all’altra con reciproco rispetto, amore e pace.

Thomas Gordon